lunedì 28 maggio 2012

SPAGHETTI CON LE VONGOLE




Premessa
In genere, nei ristoranti, la pasta con le vongole si fa così: in una padella con un fondo di olio dove ha fritto dell’aglio si butta una manciata di vongole crude, col guscio; si lasciano aprire al fuoco e vi si butta la pasta bollita; si salta per un minuto e si serve. Veloce ed economico.
Controindicazioni:
a)      le vongole sono necessariamente in piccola quantità, altrimenti riempirebbero il piatto dei loro gusci; la conseguenza è un sapore piuttosto leggero, spesso controbilanciato da una forte presenza di aglio bruciato;
b)      le vongole quasi sempre contengono della sabbia: da pochissima a tanta, ma, quanta che sia, ce la si ritrova nel piatto;
c)      spesso fra le vongole si annida quella che vongola non è, o meglio, non è più: si tratta di un guscio ben chiuso, completamente ripieno di fango; i cuochi professionisti cercano di intercettarla preventivamente, facendo cadere le vongole una ad una in una catinella di acciaio o nel lavello vuoto: la falsa vongola di solito si apre e può essere scartata, ma a volte sfugge, finisce in padella e decide di aprirsi lì, rovinando tutta la preparazione; il cuoco butta via tutto e ricomincia daccapo.
Diversamente si può fare come segue.
 Scelta delle vongole
Fra i prodotti del mare i molluschi bivalvi sono quelli che danno meno problemi nella valutazione della loro freschezza: innanzitutto vanno venduti vivi, e tale circostanza è denunciata dal fatto che siano chiusi; inoltre, per legge, vongole e mitili possono essere commercializzati solo in confezioni sigillate, con una targhetta riportante la data del confezionamento: se questa è di ieri, siamo al massimo della freschezza; possono essere venduti fino al quarto giorno successivo, ma già al terzo giorno io farei a meno di comprarli.
Un elemento più problematico di scelta riguarda invece la varietà di vongole: “veraci” o “lupini”: le prime sono più grandi e offrono il vantaggio di un minor tempo di lavorazione; provengono però da allevamenti, e hanno un sapore meno caratteristico; le vongole-lupini, invece, sono un prodotto della pesca; fanno lavorare un po’ di più perché piccole, ma sono più profumate.

 Ingredienti e dosi per 320 grammi di spaghetti (quattro porzioni)
 -   1 kg di vongole;
-   80 g di olio extra vergine;
-   2 o 3 spicchi d’aglio;
-   mezzo bicchiere di vino bianco secco;
-   facoltativo raccomandato: mezzo pomodoro spellato, dissemato e tagliuzzato, o un cucchiaio di salsa leggera; attenzione: questo pomodoro, in questa ricetta, non ha niente a che vedere con le preparazioni di certe trattorie dove, alla richiesta di spaghetti con le vongole, il cameriere con aria saputa chiede: “sugo rosso o bianco?”; lì sarebbe stato meglio non esserci entrati del tutto; qui, invece, il pomodoro ha la funzione di esaltare il gusto del sugo mediante il glutammato che contiene naturalmente;
-   facoltativo raccomandato: mezzo cucchiaio di prezzemolo tritato;
-   facoltativo: un pizzico di peperoncino.

 Procedimento
 Fase 1 – preliminari
Al più presto possibile dopo l’acquisto, trattare le vongole:
1)   sciacquarle velocemente;
2)   lasciarle a bagno da mezz’ora a due ore in acqua salata al 25 per mille (25 grammi di sale per litro d’acqua): perderanno parte della sabbia;


3)   estrarle dall’acqua salata e sciacquarle di nuovo velocemente in acqua dolce: perderanno un po’ di inutile sale;
4)   metterle un po’ alla volta (ad esempio un terzo per volta) in una casseruola coperta su fuoco basso, rimestando ogni tanto, finché non siano tutte, o quasi tutte, aperte (la frammentazione della cottura ha due scopi: un miglior controllo del trattamento termico, a evitare un inutile prolungamento della cottura stessa che indurirebbe i molluschi; e la riduzione del rischio di inquinamento da parte di eventuali vongole andate a male che si manifestano, una volta aperte, con un fortissimo cattivo odore);
5)   estrarre i frutti dai gusci; buttare questi e conservare quelli; conservare con cura tutto il liquido (è il liquido l’elemento più qualificante del sugo: i frutti da soli non hanno un gran sapore); tenere da parte le vongole rimaste chiuse;
6)  rimettere al fuoco le conchiglie rimaste chiuse: alcune di loro si apriranno; le altre si possono aprire a mano, con un coltello, badando che non contengano fango o frutti andati a male (come già detto, si riconoscono dall’odore fortissimo); non lavorare sopra il contenitore degli altri frutti;
7)   mettere frutti e liquido in un contenitore, meglio se non troppo largo; agitare con una mano i frutti, come a volerli risciacquare; lasciar decantare due minuti; sempre con una mano, estrarre con calma i frutti, pochi alla volta, e riporli in un altro contenitore; lasciare decantare il liquido per altri due minuti e travasarlo trascurando il fondo; così si sarà eliminata l’eventuale residua sabbia;
8)   conservare al freddo, fino alla fase 2, i due contenitori, coperti, del liquido e dei frutti.


Fase 2 – costruzione

 
9)      Soffriggere, in un largo tegame, gli spicchi d’aglio sbucciati, tagliati per il lungo e privati del germe, con l’olio e l’eventuale peperoncino, fino a imbiondire l’aglio e non oltre;
10)  aggiungere l’eventuale pomodoro (raccomandato) e farlo asciugare un po’;
11)  aggiungere il vino e farne evaporare due terzi o un po' di più (fino a tre quarti può essere fatto evaporare);
12)  aggiungere il liquido delle vongole e farne evaporare un terzo o un po' di più ( può essere fatto evaporare fino a metà);
13)  eliminare l’aglio e aggiungere i frutti delle vongole; quindi si può alternativamente:
-         procedere con la fase 3;
-         spegnere il fuoco e attendere di essere pronti per la fase 3;
-         spegnere il fuoco, far raffreddare la preparazione, e conservarla in frigorifero, coperta, fino a 24 – 36 ore;
-         spegnere il fuoco, raffreddare, e conservare in freezer fino a tre mesi.





 
Fase 3 – conclusione

 
14)  Curare che la preparazione giunga a calore più o meno nel momento in cui andranno scolati gli spaghetti;
15)  scolare con cura gli spaghetti da uno a due minuti prima del tempo previsto per una cottura al dente, e tanto prima quanto più il sugo è acquoso; non si abbia paura di scolare troppo al dente: al caso si potrà continuare la cottura nel tegame aggiungendo un po’ d’acqua;
16)  versare gli spaghetti nel tegame del sugo e lasciarveli riposare a calore dolce, rimestandoli ogni tanto, finché non abbiano assorbito tutta la parte acquosa del sugo e non abbiano raggiunto il giusto grado di cottura;
17)  spegnere, aggiungere il prezzemolo, rimestare e servire.


5 commenti:

  1. Complimenti per la dettagliatissima ricetta, mi ci ritrovo in gran parte degli accorgimenti di mia nonna, ed il resto sono tutti preziosi consigli!
    Direi una delle ricette più "tradizionali" presente in rete, bravo davvero!!!

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  2. Ah, dimenticavo una domanda di piccolissimo cabotaggio: perchè la salamoia proprio al 25x1000?
    Io di solito mi regolo su valori attorno al 4x1000 scarso, pari alla salinità media del Tirreno...
    Sono curioso!
    Grazie

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  3. Risposte
    1. Trovo che il bagno in un'acqua un po' meno salata di quella del mare produca un nonnulla di sale in meno nella preparazione finale. Quindi, sale sì, a imitazione del mare, ma un po' meno. E le vongole, in un paio d'ore, non se ne accorgono. Sono accorgimenti minimali, ma non costano niente, e allora, perché no? Naturalmente va bene anche 23 o 27 per mille, e anche 38 o 39 come usi tu.
      Grazie per il gentile apprezzamento.

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